A colloquio con i poeti - Lettura dell'anima, una via a Dio?
Credere oggi A colloquio con i poeti LETTURA DELL’ANIMA Una via a Dio? Accostare i poeti è sempre difficile: impongono cautele, esigono dal lettore esperienza linguistica, sensibilità raffinata, capacità di vibrazioni interiori, attenzione alle alchimie di suoni e parole. Il linguaggio poetico, quando è autentico, è l’espressione più compiuta e più densa dell’esperienza umana; lo è ancor più quando diventa specchio dell’anima, scavo nel profondo, là dove si agitano e si compongono passioni e sentimenti, maturano scelte e consumano misfatti: intreccio, insomma, di molte cose, destinate per lo più a restare incognite. Più ancora che per il passato, i poeti d’oggi prediligono il lavoro di scavo, volentieri s’inoltrano nelle pieghe dell’anima e dicono di sé: a volte con reticenza, talora con compiaciuta sincerità, spesso con dichiarata presunzione di coerenza. Uno di questi poeti è Camillo Sbarbaro, ligure, nato nel 1888 e morto nel 1967. La sua notorietà è affidata soprattutto a Pianissim