Padre Atanasio Piras da Quartu Sant’Elena - Ricordo di un grande studioso
Ricordo di un grande studioso
Padre Atanasio Piras
da Quartu Sant’Elena
(1828-1913)
P. Atanasio da Quartu Sant'Elena
di Padre Tarcisio Mascia
In occasione del centenario della morte di P. Atanasio Piras da Quartu, scrivendo un suo profilo su Voce Serafica della Sardegna nel settembre del 2013, P. Sebastiano Broccia disse che a P. Atanasio «si devono alcune ricerche storiche relative alla presenza dei Cappuccini in Sardegna.» E aggiungeva che, «se la provincia dei frati minori Cappuccini di Sardegna oggi conosce la sua storia sin dalle origini, lo deve in parte alle ricerche storiche di un suo benemerito figlio, il Padre Atanasio da Quartu S.E.»
Chi attraversi il centro di Quartu S.E. noterà facilmente una via intitolata a P. Atanasio e si chiederà chi fosse costui. Spesso la toponomastica delle nostre città fa uso dei nomi di grandi personaggi per farci conoscere la storia: alcuni sono pittori, altri musicisti, altri ancora scrittori. Attraversando quelle strade, facciamo un ripasso di quella storia che ha fatto grande il nostro Paese.
Il Necrologio dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Sardegna (Cagliari, 2011) fornisce alcuni dati essenziali della biografia di P. Atanasio. Era nato a Quartu S.E. il 5 maggio 1828 e al fonte battesimale gli era stato messo il nome di Vincenzo. Entrò a 16 anni nel convento di San Benedetto, dove il 27 luglio 1844 iniziò l'anno di noviziato. L'anno successivo, il 27 luglio 1845, emise i voti semplici. Compiuti poi gli studi teologici in diversi conventi dell'Isola, fu ordinato sacerdote il 14 luglio 1851. Purtroppo quindici anni dopo ebbe luogo la soppressione degli istituti religiosi e quindi anche dei Cappuccini. Dopo la dispersione, P. Atanasio fu a servizio della diocesi di Cagliari come parroco. Dopo vari anni, quando i confratelli avevano recuperato in parte il Convento Maggiore di Sant'Antonio, fu riaccolto in convento, forse nel 1907.
I confratelli, che lo conobbero ormai anziano, lo descrivevano di carattere forte e deciso, che si distingueva per la sua intelligenza e per i suoi studi. Infatti andava raccogliendo informazioni sulle antichità sarde, sulle feste e sulle vite dei Servi di Dio della Sardegna. Per vari anni fu Vicepostulatore della Causa del Ven. Fra Ignazio da Laconi e archivista della Provincia. Fu anche autore di alcuni lavori storici e traduttore dallo spagnolo di alcune opere del confratello P. Giorgio Aleo, in particolare la «Storia cronologica di Sardegna (1637-1672)» (Cagliari,1907).
A P. Atanasio si deve anche la pubblicazione nel 1896 di «Aceldama [ossia / processo celebre / istruito contro gli ebrei di Damasco / nell’anno 1840 / in seguito al doppio assassinio rituale da loro consumato / nella persona del / padre TOMMASO DALLA SARDEGNA / missionario cappuccino / ed in quella del suo garzoncello cristiano / EBRAHIM AMARAH / all’unico scopo di avere il loro sangue. ] Con documenti relativi ed appendice storica / Cagliari-Sassari / Premiato Stab. Tipografico G. Dessì / 1896» (edito anonimo dal padre Atanasio da Quartu). Tale pubblicazione suscitò grandi polemiche, perché attribuiva agli ebrei di Damasco la responsabilità dell'omicidio del P. Tommaso da Calangianus e del suo domestico Ebrahim Amarah.
P. Atanasio mise per iscritto il frutto delle sue ricerche. Ricordiamo alcune delle sue opere, che sono conservate nel nostro Archivio Provinciale di Cagliari. E cioè: «Lo Zibaldone», in tre volumi, contenente importanti notizie sull'origine e sulla vita della provincia dei cappuccini di Sardegna. In particolare nell'opera si descrive la divisione della Provincia di Sardegna nelle due province di Cagliari e di Sassari (Provincia Calaritana e Provincia Turritana) nel 1697.
Scrisse poi «Il terzo centenario dello Stabilimento dei Cappuccini in Sardegna (1590-1890)», una specie di sintesi storica della presenza dei Cappuccini nell'Isola.
Inoltre compilò N° 4 Prospetti Cronologici della storia delle due Province. Riportano dati storici e vari episodi di ciascun convento esistente allora nell'isola. Tali prospetti si trovano ancora incorniciati nel nostro Archivio Provinciale e in alcuni nostri conventi.
Infine compilò «La vita del servo di Dio fra Nicolò da San Vero Milis e quella del Servo di Dio Fra Paolo Perria da Cuglieri».
Concludiamo questo profilo citando quanto scrisse P. Sebastiano Broccia in occasione del centenario della sua morte: «Padre Atanasio visse in pieno il dramma della soppressione degli Ordini religiosi, che anche nelle province sarde dei Cappuccini portò alla dispersione dei religiosi e alla perdita di quasi tutti i conventi. Padre Atanasio fu costretto come altri religiosi a mettersi a servizio della diocesi come aiuto in alcune parrocchie. Ma essendo egli dotato di forte temperamento non si arrese e affrontando sacrifici rientrò nel convento di Cagliari appena questo fu recuperato. Visse ancora per alcuni anni e chiuse la sua esistenza terrena il 16 settembre 1913.»
Padre Tarcisio Mascia
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