Tonino Cabizzosu, storico della Chiesa

Tonino Cabizzosu, storico della Chiesa


Ha visto la luce, appena lo scorso febbraio, un sottile fascicolo che lo studioso Gianfranco Murtas ha dedicato alla produzione di Tonino Cabizzosu, docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica di Cagliari. Il titolo della pubblicazione è già un giudizio sul personaggio: “Tonino Cabizzosu, il rigore scientifico dello storico / dono alla Chiesa ed alla società degli uomini” (Ozieri, 2017).

L’autore del fascicolo è un grande promotore culturale e ha una novantina di saggi al suo attivo, caratterizzati soprattutto da un marcato interesse per le tematiche di carattere religioso e sociale, qualificato quindi per proporre all’attenzione degli studiosi un profilo esaustivo del personaggio e della sua produzione storiografica.

A parte una conoscenza personale di T. Cabizzosu, io non ho titolo per valutare adeguatamente il personaggio sotto l’aspetto del docente. Mi è stato però sufficiente leggere alcuni dei suoi saggi di carattere storico per apprezzarne il valore. Inoltre in un passato non molto lontano ho avuto modo di pubblicare i testi di alcune sue conferenze.

Tonino Cabizzosu è uomo di fede e di dottrina, studioso e intellettuale, uomo di cultura e prete, da accostarsi ad altre illustri figure di confratelli presbiteri e studiosi, quali: Damiano Filia, suo compaesano; Giovanni Ortu, dorgalese, e Renato Iori, biblista e storico. Ai quali vanno aggiunti molti altri nomi di preti non meno illustri: Francesco Amadu, Francesco Brundu, Gesuino Mulas, Giuseppe Ruiu, Agostino Saba. Tonino Cabizzosu è autore di una cinquantina di monografie e di qualche migliaio di articoli. “Come il Machiavelli… anch’egli colloquia con i suoi… pensoso e ardito nella ricerca e nella scrittura, che pare esaltarsi, dare il meglio di sé, quando incrocia le anime degli anticipatori, dei profeti che anche qui da noi, in Sardegna, non sono mancati” (p. 6).

La pubblicazione di G. Murtas ripercorre le varie tappe della biografia di Cabizzosu: dalla “pastorale sul campo” agli studi, alle esperienze ispiratrici di riflessioni e “suggestioni mistiche”. Poi la frequentazione della Gregoriana, alla scuola di G. Martina, e la docenza alla Facoltà Teologica di Cagliari e la successiva produzione storiografica, con una particolare attenzione ai “formulari” che compendiano in modo kerigmatico le verità della fede, “con la consapevolezza di dover combattere, anche con le armi della evangelizzazione, il grande e persistente male della ignoranza delle masse infedeli…” (p. 10).

Al Nostro non mancano poi le incursioni nelle istituzioni formative del clero isolano, in particolare il seminario regionale. “Cabizzosu mostra, da uomo di ricerca e insieme però di scuola, di didattica cioè, tutta l’importanza che egli annette alla formazione del clero” (p. 12). E perciò vorrebbe che “le scienze storiche fossero maggiormente coltivate, avvertite nella loro funzione di imprescindibile base culturale ed anche intimamente ecclesiale” (ivi).

Vengono poi i percorsi della sua storiografia, che qui non è possibile presentare nel dettaglio, data la mole dei suoi interventi, concentrati soprattutto entro quattro filoni fondamentali a sfondo sardo: i testimoni/profeti; gli uomini del clero e dell’episcopato; gli istituti religiosi e le istituzioni formative del clero. Parallelamente non mancano le ricerche socio-religiose, sollecitate dalla presenza del C. a innumerevoli incontri culturali con conferenze e studi specifici, pubblicati poi in opere miscellanee. Di qui le “Ricerche socio-religiose sulla Chiesa Sarda tra ‘800 e ‘900” e varie altre raccolte, quali: “Chiesa e società”, “Contemplazione ed azione”, “Dimensione carismatica nella vita quotidiana”, “Personaggi”, “Figure carismatiche ed eventi culturali”.

C. è stato per molti anni archivista dell’Archivio Diocesano di Cagliari e tale incarico gli ha permesso di avviare numerose ricerche e pubblicazioni, riguardanti in particolare alcune figure di spicco del panorama ecclesiale sardo, quali: Padre Manzella, Felice Prinetti, Virgilio Angioni, Salvatore Vico, Evaristo Madeddu, Nicola da Gesturi. Senza dimenticare illustri presuli dell’episcopato sardo: Ottorino Pietro Alberti, Antonio Tedde, Ernesto M. Piovella, ecc.
Particolare importanza hanno gli studi del C. sul Concilio Vaticano II: ricordiamo i due volumi sulla partecipazione dei vescovi sardi all’assemblea conciliare, che permettono di farsi un’idea del livello e della qualità di detta partecipazione.

La pubblicazione del Murtas non manca di far cenno anche ai numerosi preti giornalisti che anche in Sardegna ebbero un ruolo non piccolo nel dibattito politico e sociale, quali Gesuino Mulas, Giuseppe Ruju, Demelas, Giuseppe Lepori, Cocco, Brundu, ecc. tutti nomi “che si affacciano al meglio nella raccolta biografica di Pastori e intellettuali” (p. 28).

Per finire, sottolineiamo l’attenzione di C. alle figure femminili, oggetto di una decina di lavori ragguardevoli. Ricordiamo: “Congregazioni Religiose e Istituti Secolari sorti in Sardegna negli ultimi cento anni”; “Maria Giovanna Dore e il carisma dell’unità dei cristiani”; “Maria Michela Dui una trappista barbaricina vittima per i sacerdoti”; “Donna, Chiesa e società sarda nel Novecento”.
Il volumetto si conclude con una riflessione su “seminario e facoltà”, dove il C. intende “collocare la dimensione formativa del clero in una prospettiva di una ampia e concreta interdisciplinarità, scorgendo nello studio della storia… quasi il passo dell’inoltro, consapevole del relativo terrestre, nella missione del sacerdozio” (p. 36).

Chiudo sottolineando l’importanza della pubblicazione del Murtas, che permette di evidenziare la mole dell’opera già corposa dello storico Cabizzosu e di offrire in sintesi tutta la sua produzione storiografica, che rappresenta uno strumento ormai imprescindibile per chiunque voglia conoscere il volto della Chiesa che è in Sardegna.


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