Arsenio da Trigolo Cappuccino proclamato “Beato”

Sabato 7 Ottobre nel Duomo di Milano

Arsenio da Trigolo Cappuccino proclamato “Beato”

Il Cardinale Amato: «Padre Arsenio era un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato... Amava la preghiera, il sacrificio, il lavoro. Era un apprezzato maestro di vita spirituale e un esperto confessore. ».

di P. Tarcisio M. Mascia




Milano, 7 ottobre. In una bella giornata di sole, nell’autunno appena iniziato, il frate cappuccino P. Arsenio da Trigolo, fondatore della Congregazione delle Suore di Maria SS. Consolatrice, è stato elevato all’onore degli altari. Il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per il culto dei Santi, affiancato dal neo arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini e da numerosi altri vescovi, e alla presenza del Ministro Generale dei Cappuccini, P. Mauro Jöhri, nonché di un centinaio di frati e sacerdoti, ha presieduto il sacro rito di beatificazione, delegato allo scopo da Papa Francesco. Il Duomo, con la selva delle sue guglie e la bellezza delle sue vetrate policromi faceva da scenario incantevole all’insolita celebrazione, accogliendo nel suo grembo una grande folla di fedeli, di suore e di frati, provenienti dai conventi della Lombardia e da diverse parti d’Italia. Tra questi merita un cenno particolare il Postulatore Generale dell’Ordine Cappuccino, P. Carlo Calloni, al quale si deve in gran parte il merito di questo felice approdo della Causa dell’attuale Beato. Tutti sanno del suo grande impegno nel portare avanti il lavoro di “postulatore”, al quale l’Ordine cappuccino deve tanto per l’allargamento della corona dei suoi Santi e Beati. In questo stesso mese di ottobre infatti un altro beato, Angelo d’Acri, sarà canonizzato a Roma, e nel mese di novembre un altro frate, il primo degli Stati Uniti, sarà anch’egli proclamato Beato.
Qualche cenno alla vicenda biografica del nuovo Beato. Arsenio da Trigolo era nato il 13 giugno 1849 a Trigolo (Cremona) e battezzato con i nomi di Giuseppe Antonio Migliavacca. Nel 1874 venne ordinato sacerdote e destinato come coadiutore in diverse parrocchie della diocesi di Cremona. Nel 1875 chiese e ottenne di entrare tra i Gesuiti. Ma, dopo varie esperienze formative, egli fu mandato a Venezia. La Compagnia però lo dimise. Fu quindi a Torino, dove venne incaricato dall’Arcivescovo di seguire un gruppo di aspiranti suore: saranno il primo nucleo della nuova Congregazione delle Suore di Maria SS. Consolatrice. Da Torino Don Giuseppe si porta a Milano per guidare la comunità delle Suore ivi residenti.
In seguito a varie vicissitudini, don Giuseppe chiese di entrare tra i Cappuccini e dopo l’anno di noviziato a Lovere (BG), dove prende il nome di P. Arsenio da Trigolo, nel 1903 viene trasferito nel convento di Bergamo, dove resterà fino al giorno della sua morte, il 10 dicembre 1909.
P. Arsenio ebbe a subire molte prove durante la sua vita terrena. La prova più dolorosa fu quella delle dimissioni dalla Compagnia di Gesù. Così come quando era alla guida della sua Congregazione sopraggiunse di nuovo la prova, forse la più umiliante: a Milano, le suore stesse, sulla base di false accuse, misero il Card. Andrea Ferrari nella necessità di allontanarlo. Fu allora che egli chiese di entrare tra i Cappuccini e, dopo il noviziato, continuò a dedicarsi alla predicazione e alle confessioni, conservando e mostrando grande serenità e nascondendo quello che di bene aveva compiuto nella sua vita.
Nella sua bella lettera, scritta ai frati in occasione della beatificazione di P. Arsenio, il Ministro Generale, così concludeva: il beato Arsenio da Trigolo, si aggiunge alla lunga schiera di santi e beati dell’Ordine, ognuno con la propria storia e con la propria peculiarità. Il beato Arsenio nella sua impronta di gesuita e di cappuccino ricorda a tutti noi alcuni elementi tipici dell’una e dell’altra spiritualità. Essere ispirato dal desiderio di fare tutto per la maggior gloria di Dio è il cuore dell’insegnamento di sant’Ignazio, mentre la perfetta letizia nel portare le tribolazioni, le ingiurie, le maldicenze, sempre ringraziando Dio avendo riconosciuto che prima di amare Dio è Dio che per primo l’ha amato, è Francesco che insegna e forma. In questa duplice veste il beato Arsenio indica a noi frati che la prima opera da compiere è la fede in Cristo, il solo che dà gloria a Dio e che solo nella letizia può essere portato al mondo.”
Dal canto suo, il Cardinale Amato così ha detto all’Omelia: «Padre Arsenio era un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato di bene... Amava la preghiera, il sacrificio, il lavoro. Era un apprezzato maestro di vita spirituale e un esperto confessore». «Le virtù dell’umiltà e della carità sono le colonne portanti della sua spiritualità», ha detto il cardinale. «Fu lui il primo a viverle». Raccomandava spesso: “Siate umili, non temete di abbassarvi”.
Al termine del rito ha preso brevemente la parola Monsignor Delpini, neo arcivescovo di Milano, che ha raccontato di aver conosciuto la figura di padre Arsenio, molti anni fa, a un Corso di Esercizi Spirituali. «Egli fece sempre il bene nel nascondimento e ritengo che oggi stia facendo qualche grazia nascosta. Impariamo a essergli grati e a configurare la nostra vita alle sue virtù, facendo in modo di averne frutto». 





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