Natale 2020
di Padre Tarcisio Mascia
Cari Amici, è ancora una volta Natale. Un Natale speciale che ricorderemo a lungo a motivo della pandemia e di tutto ciò che ne è conseguito. Ma dovremmo ricordarlo per altro, soprattutto perché ci ricorda la nascita di Gesù, figlio del Padre Celeste, suo Verbo fatto carne, entrato nella nostra storia per farla sua e riscattarla dal peccato e impreziosirla con la luce del suo Vangelo.
San Francesco inventò il presepio nel 1223 non per il gusto di fare una cosa nuova – precisa San Bonaventura nella sua Legenda Maior – ma “per vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (1 Cel XXX, 84 : FF 468).
Il presepio che Francesco realizzò a Greccio per la prima volta fu un presepio eucaristico, nel quale cioè volle che fosse celebrata l’Eucaristia. Di lui il Celano scrive che era lì “estatico di fronte al presepio, pieno di sospiri, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile”. In quella notte, “chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali”, Francesco, vestito dei paramenti diaconali canta il vangelo “con voce forte e dolce, limpida e sonora”. Poi è lui che tiene l’omelia. Lo fa “infervorato di amore celeste”, pronunciando con tenerezza il nome del Bambino di Betlemme, Gesù, passando la lingua sulle labbra, “quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole”. Terminata quella veglia solenne – fa notare il Celano – “ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia”.
San Bonaventura precisa che il santo sacrificio venne celebrato sopra la mangiatoia, che Francesco lesse il Vangelo e parlò al popolo del re povero. Si legge ancora che Giovanni di Greccio – l’uomo al quale Francesco si era rivolto perché preparasse il presepio – vide un bellissimo fanciullino addormentato, “che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno.” Bonaventura conclude osservando che “l’esempio di Francesco, riproposto al mondo, ha ottenuto l’effetto di ridestare la fede di Cristo nei cuori intorpiditi”.
L’esempio di Francesco è stato contagioso e da allora ovunque si è diffusa, quasi per contagio la tradizione del presepio; si è perduta invece la dimensione eucaristica che caratterizzò il presepio di Greccio. Non sappiamo poi se oggi il presepio, come quello di Greccio, riesca a ridestare la fede nei cuori. C’è qualche dubbio.
Durante la Novena abbiamo invocato il Messia che sta per giungere con diversi titoli: Ecco viene il Re (16 dicembre), O sapienza (17 dicembre), O Signore, guida di Israele (18 dicembre), o Germoglio di Iesse (19 dicembre), O chiave di Davide (20 dicembre), o Astro che sorgi (21 dicembre), O Re delle genti (22 dicembre), O Emmanuele (23 dicembre), Quando sorgerà il sole (24 dicembre). Ogni invocazione sottolinea un aspetto del Messia che viene: la sua regalità, il suo splendore luminoso come quello di una stella, l’universalità della sua missione, la sua sapienza, un virgulto in crescita capace di portare frutto.
Cari amici, a questi richiami se ne aggiungono altri suggeriti dall'attualità. Questo Natale è segnato profondamente dalla pandemia e dal grande dolore che ha seminato nel nostro mondo. Noi invochiamo il Signore come unico nostro Salvatore. Vieni, Signore Gesù a medicare le ferite di questa umanità sofferente; vieni a consolare quanti sono nel lutto, quanti hanno nella loro carne le stigmate causate dal morbo; quanti sono nella solitudine e nello sconforto, quanti sono vittime della lavoro perduto e sono costretti a tendere la mano. Vieni Signore a cancellare la paura dal nostro cuore, a illuminare chi ha il compito di accogliere i contagiati e di curarli. Da' a tutti la pace del cuore e la consapevolezza di quanto sia prezioso il dono della vita, di tutte le vite.
Vieni Signore ancora una volta a visitarci e dacci la grazia di cogliere il senso profondo del Natale. Rinasci nuovamente nel nostro cuore.
Cari amici, a tutti voi l'augurio di un santo Natale, nella pace, nella gioia, nell'amore.
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