La visita in Sardegna di P. Melchiorre da Benisa
Una pagina di cronaca dei Cappuccini Sardi
La visita in Sardegna di P. Melchiorre da Benisa
Ministro Generale dei Cappuccini *
di P. Tarcisio Marco Mascia
Nel maggio del 1927 venne in Sardegna P. Melchiorre da Benisa, allora Ministro Generale dei Frati Cappuccini. Un avvenimento importante certamente, almeno per i Cappuccini dell’Isola: si trattava pur sempre del Superiore supremo dell’Ordine, al quale tutti i frati dovevano obbedienza. Prima di lui solo pochi Ministri avevano messo piede in Sardegna. Ricordiamo in ordine cronologico: l’austriaco P. Erhard von Radkersburg (1785), il francese P. Eugenio da Rumilly (1840), lo svizzero P. Bernardo d’Andermatt (1890). Ancora un francese, P. Venanzio da Lisle-en-Rigault (1915) e infine P. Giuseppe Antonio da S. Giovanni in Persiceto nel 1920 (ma questa fu solo una “fulminea apparizione”, che non ha lasciato traccia alcuna). Sette anni dopo giungeva invece il suo successore, lo spagnolo P. Melchiorre da Benisa, eletto a questa carica da appena un anno. Il suo governo durerà sei anni (1926-1932).
Quando giungeva nell’Isola, il Ministro Generale trovava una situazione precaria, anche se in ripresa rispetto al periodo immediatamente successivo alla soppressione (1866). Il destino dell’Isola era stato legato ad alcune delle province del Continente: prima alla Provincia di Genova, quindi alla Provincia di Lucca e infine a quella di Roma (sarà proprio P. Melchiorre da Benisa a decidere quest’ultimo connubio nel 1930). Soluzioni, queste ultime, che impedirono la morte delle Province Sarde, pur lasciando aperta e irrisolta la “questione sarda”.
Un anno prima della visita, il “Commissariato della Sardegna” contava 5 conventi, 12 sacerdoti professi sardi e 8 del Continente, 11 chierici e 15 novizi. Era Commissario provinciale il lucchese P. Angelo da Terrinca. L’anno prima della visita del Ministro Generale erano stati portati a termine i lavori per l’ampliamento del convento di Cagliari, a Buoncammino, che doveva ospitare il Seminario Serafico. Fu proprio per l’inaugurazione del nuovo edificio che P. Ignazio da Carrara, guardiano del convento, invitò il Ministro Generale. La data venne fissata per il giorno 11 di maggio del 1927. La cronaca ci ha lasciato un resoconto dettagliato della visita.
La mattina del 9 maggio giungeva finalmente a Cagliari, in nave, il Ministro Generale. Ad attenderlo al porto della città le autorità civili e religiose, il Terz’Ordine Francescano (era presente la segretaria del Terz’Ordine di Cagliari, la Signorina Anna Figus, futura fondatrice delle Pie Suore della Redenzione, per la quale è stato recentemente introdotto il processo di canonizzazione), e una grande folla. Salito in automobile, il P. Generale fu accompagnato in convento. Entrato nella chiesa gremita, egli ringraziò tutti i presenti per l’accoglienza e impartì la benedizione. Venne poi l’ora delle visite di cortesia da parte delle varie personalità, tra le quali ricordiamo l’arcivescovo Mons. Ernesto M. Piovella, il Prefetto e le altre autorità civili e militari. Negli intervalli tra una visita e l’altra ricevette i religiosi del convento e quelli venuti dagli altri conventi dell’Isola.
Il giorno 10 maggio il Ministro Generale fu accompagnato al convento d’Iglesias. Purtroppo l’automobile (messa a disposizione dal cav. Raffaele Garzia) più volte dovette fermarsi lungo la strada per guasto. Si accumulò così un enorme ritardo di oltre cinque ore. Saputo l’accaduto, da Iglesias andarono incontro al corteo fermo a Domusnovas. Di qui in pochi minuti furono tutti accompagnati a Iglesias. Saputo del suo arrivo, una folla si riversò sulla piazza della nostra chiesa, Nostra Signora delle Grazie, per salutare il P. Generale. Davanti alla folla straripante che l’acclamava, il P. Generale parlò dal balcone del convento. Seguì, prima di rientrare a Cagliari, una visita al Vescovo in Cattedrale e al Podestà. Il corteo di macchine assieme al P. Generale giunse a Cagliari alle 23.00.
Il giorno 11 maggio, sin dalle prime ore del mattino, la folla dei pellegrini accorse da ogni parte dell’Isola per visitare la tomba del venerabile fra Ignazio. Il Padre Generale celebrò la S. Messa alle ore 7.30. Per la circostanza, il Padre concesse ai visitatori di varcare la soglia dei nuovi locali del convento, sospendendo la clausura. Tutti poterono visitare il convento e il seminario. Tante le autorità presenti. Il cronista scrive che “era presente tutta Cagliari”. La mattinata si concluse con un grande pranzo.
Alle ore 18.00 ebbe luogo in chiesa la commemorazione del Ven.le Fra Ignazio. Prima si tenne un’accademia di canti e di discorsi. Oratore ufficiale fu l’avv. Gesumino Mastino, “principe del foro cagliaritano”. L’avvocato tenne la commemorazione di Fra Ignazio. Dopo di lui si alzò a parlare il P. Ignazio da Carrara. “Il pubblico, fremente di gioia, gli regala una commovente dimostrazione di stima e d’affetto. Ogni sua parola è ripetutamente e lungamente applaudita. È un momento solenne, tutti gli animi sono commossi”. Così il cronista, di cui non sappiamo il nome (forse è lo stesso P. Ignazio!). Al termine prese la parola il P. Generale, “il quale, con parola nitida, si fece a commentare i punti salienti del discorso dell’avv. Mastino, rivelando così ancora una volta in una felicissima improvvisazione, la vastità della sua cultura e il suo valore oratorio”.
Il giorno dopo, il 12 maggio, alla mattina il P. Generale prese il primo treno per Oristano. Anche qui, al suo arrivo, grande folla di autorità e fedeli. In chiesa si cantò il Te Deum. Poi il pranzo. Alla sera il P. Generale partì per Sassari, dove arrivò alle 20.30. Saluti a tutti. Il giorno dopo si trattenne con i religiosi e li ascoltò. Alla sera prese il treno per Terranova (Olbia) e di qui prese la nave per il Continente.
Della visita del P. Melchiorre in Sardegna, nel libro delle Cronache, viene data una lettura particolare. Il P. Generale era venuto in Sardegna non solo per “presenziare l’inaugurazione del Seminario Serafico, ma soprattutto premevagli di formarsi un concetto dell’andamento dell’Ordine in quest’isola”. Infatti tutti i religiosi avevano potuto incontrarlo. Al termine della visita, il P. Generale “chiamò a sé il P. Commissario e si dichiarò contento della sua venuta in Sardegna. Dichiarò la sua ammirazione della devozione dei popoli sardi all’Ordine dei Cappuccini e si dimostrò convinto che questa isola non è da trascurarsi, ma da aiutarla perché l’Ordine vi abbia rifiorimento. Volle estesa la sua riconoscenza a tutti i Religiosi…”
Al suo rientro a Roma, il P. Generale scrisse ancora una lettera al P. Guardiano di Cagliari, rinnovando i ringraziamenti per l’accoglienza ricevuta. Ma, ironia della sorte, sarà proprio lui a firmare appena tre anni dopo, il 4 aprile 1930, il decreto in base al quale, in esecuzione degli ordini della S. Congregazione dei Religiosi, fu decisa l’incorporazione del Commissariato di Sardegna alla Provincia di Roma. Finis Sardiniae.
Bisognerà attendere fino al 5 dicembre del 1946 per vedere risorgere il Commissariato. Ma questa è già un’altra storia.
Tarcisio Mascia
* P. Melchiorre da Benisa (1871-1957) della Provincia di Valenza. Entrato nell’Ordine nel 1885, fu ordinato sacerdote nel 1893. Definitore Generale nel 1917, Procuratore generale nel 1920, Ministro Generale nel 1926. Visitò numerose province europee. Eresse il Collegium Assisiense “S. Lorenzo da Brindisi” nel 1930. Alla fine del mandato nel 1932, ritornò in Provincia. Durante la guerra civile fu arrestato e poi, dopo due mesi, grazie anche all’intervento di numerose autorità politiche, liberato. Si rifugiò quindi all’estero, prima in Francia e poi in Italia. Ritornò infine in Spagna, dove morì nel 1957 (Cf. AOFM Cap., vol. 73, Marzo-Aprile 1957, pp. 192-193).
Commenti
Posta un commento