Il convento dei Cappuccini di Sanluri tra cronaca e storia

 Il convento dei Cappuccini a Sanluri tra cronaca e storia




di P. Tarcisio Marco Mascia



Sanluri o, in sardo campidanese, Seddòri, anticamente Selluri, è un grosso centro abitato, situato nella pianura del Campidano, più precisamente in Marmilla, a 45 chilometri da Cagliari. Il suo castello medievale ne sottolinea l’importanza insieme alla bella e imponente Chiesa parrocchiale, dedicata a Nostra Signora delle Grazie. Non altrettanto bella e imponente, situata poco fuori dell’abitato, sulla sommità di una collina, si trova la piccola chiesa di San Francesco e accanto il convento dei Cappuccini.

Il convento: storia di una presenza. La storia del convento di Sanluri si inserisce nel più ampio contesto della storia dei Cappuccini Sardi. Dopo l’arrivo in Sardegna nel 1591 dei primi dodici frati guidati da P. Zefirino da Bergamo, vennero fondati i primi conventi. Ricordiamo i primi cinque: Sassari e Cagliari (1591), Iglesias (1593), Ozieri (1593) e Alghero (1595). Nel 1608 viene costituita la Provincia di Sardegna. In questo anno (1608) fu fondato il convento di Sanluri. I conventi erano situati prevalentemente nelle campagne, dove svolsero un ruolo importante nella promozione delle zone rurali, in cui veniva così a stabilirsi un nesso molto stretto tra i frati e la popolazione locale. Negli anni 1652-1656 giunse la peste anche a Sanluri, che fu “uno dei centri maggiormente colpiti dal terribile male, mietendo vittime a centinaia. Il convento dei Cappuccini si trasformò in lazzaretto; i frati si dedicarono tutti alla cura spirituale e materiale degli appestati.” Verso la fine del Seicento, la Provincia di Sardegna fu divisa in due: la Provincia Turritana al Nord e quella Calaritana al Sud, ciascuna con una decina di conventi e ognuna divisa in due custodie. La Provincia Calaritana era divisa nelle due custodie di Cagliari e di Oristano. Il convento di Sanluri venne a trovarsi nella Custodia di Oristano.

L’evento più rilevante del Settecento fu la visita del Ministro generale, P. Erardo da Radkersburg. Era il primo Ministro generale che visitava l’Isola. Egli sbarcò a Cagliari nell’aprile del 1785. Visitò quasi tutti i conventi, tra i quali quello di Sanluri. Qui, nonostante la povertà (“tutte le case sono di terra e a un solo piano”), l’accoglienza fu straordinariamente calorosa, con “un incredibile concorso di gente fino al convento che si trova un po’ più in alto del paese.” Non altrettanto lusinghiera è la presentazione del convento (“sporco”) e della sacristia (“tutta cenciosa”).

Il 5 agosto 1844 venne aperto il processo canonico sulla vita, fama di santità, virtù e miracoli del Servo di Dio fra Ignazio da Laconi. Con decreto del 19 ottobre 1844 P. Luigi da Ghilarza viene nominato Vice Postulatore per l’introducenda causa di Beatificazione dello stesso Servo di Dio. 

Dalla dispersione alla ripresa. Intanto si preannunciano tempi difficili per la Chiesa e per l’Ordine. Purtroppo il 14 giugno 1866 giunge un dispaccio ministeriale, che ordina la chiusura dei conventi. È la fine degli istituti religiosi e la dispersione dei frati. Superato lo choc iniziale, prevalsero il desiderio e la volontà di ripresa. Così, già nel 1871 si riuscì a riscattare all’asta pubblica il convento di Oristano. Nel 1874 P. Luigi da Ghilarza, provinciale della Provincia Calaritana, riuscì ad acquistare da un privato, che a sua volta l’aveva acquistato dal R. Demanio, il convento di Sanluri con il pagamento di una somma ingente. 

Nel 1890 giunse in visita il nuovo Ministro generale P. Bernardo d’Andermatt. Il 24-25 giugno era a Sanluri. La situazione era ovunque drammatica. Il Ministro incontrò una Provincia Calaritana se non morta (come quella Turritana) vicina a morire, che contava tre conventi (Oristano, Sanluri e Cagliari), nei quali c’erano pochi religiosi e anziani, ma di buono spirito e grande zelo apostolico. Nel 1900 la Provincia Calaritana divenne Commissariato Generale. Il primo Commissario Generale fu P. Mauro da Subiaco, che era in Sardegna già dal 1897. Con decreto del 10 agosto 1908 il Ministro Generale affida il governo delle Province Sarde al P. Provinciale di Genova. Il 5 dicembre 1911 il P. Generale riunisce le due Province Sarde in una sola col nome di Provincia di Sardegna e nomina Commissario Provinciale il P. Martino da Sampierdarena. Incomincia così un cammino condiviso con le tre province di Genova (1908-1920), di Lucca (1920-1930) e di Roma (1930-1946). Sarà un tempo di grandi iniziative (costruzione del seminario serafico, nascita di Voce Serafica, costruzione del salone a Cagliari, apertura di una casa a Iglesias) e di  numerosi interventi. Nel 1925 a Sanluri furono terminati e inaugurati alcuni lavori, tra i quali la ristrutturazione dell’altare maggiore, dove la grande pala d’altare viene sostituita, come a Cagliari, dal simulacro del Crocifisso con San Francesco, collocato nell’arco aperto sulla parete. 

L’autonomia ritrovata. Il 5 dicembre 1946 è una data storica per i cappuccini sardi: viene loro restituita l’autonomia con l’erezione del commissariato generale della Sardegna. P. Federico da Baselga viene nominato Commissario Generale. È l’inizio di una nuova storia. 

Nel 1947 il nuovo Commissario sceglie il convento di Sanluri come sede del Noviziato, conferendo al convento una funzione formativa. L’evento più importante di questi anni del dopoguerra fu la canonizzazione di Sant’Ignazio da Laconi, avvenuta a Roma il 21 ottobre 1951. Altro evento importante: il 25 aprile del 1972, la visita del Ministro Generale, P. Pasquale Rywalski, che proclama ufficialmente la nascita della Provincia di Sardegna.

Il convento, luogo di spiritualità e devozione popolare. Il convento di Sanluri è stato, per buona parte della sua storia, sede del noviziato. Qui si formarono il Beato Nicola da Gesturi e il Servo di Dio fra Nazareno da Pula. Il primo incominciò il suo noviziato a Cagliari nel 1913 e, dopo qualche mese, fu trasferito a Sanluri per portarlo a termine nel 1914. Qui fece la sua professione temporanea (1914) e quella solenne (1919). Tornerà a Sanluri nel 1922 con la mansione di cuciniere. La sua santità è ben nota. Il secondo, fra Nazareno da Pula, rientrato dall’Africa, attraversò una crisi profonda che lo spinse ad incontrare P. Pio a San Giovanni Rotondo e da qui la sua conversione e la sua vocazione alla vita religiosa.

Il convento, luogo di evangelizzazione. Il convento di Sanluri, sin dalla sua fondazione, si è dotato di una cisterna per raccogliere l’acqua piovana. Essa era solitamente situata al centro del chiostro. Nei periodi di siccità e mancanza d’acqua nel paese, la cisterna del convento era il rimedio alla sete di tutti e al fabbisogno delle case. Il pozzo, a immagine di quello di Sichar, è anche metàfora di quell’altra acqua che disseta per la vita eterna. Ogni convento è non solo un luogo di vita spirituale ma anche di diffusione del Vangelo e ciò avviene sia attraverso l’amministrazione dei sacramenti, in particolare il Sacramento della Riconciliazione e della direzione spirituale, ma anche, e direi “soprattutto”, attraverso la predicazione. Il convento di Sanluri è stato da sempre un faro che diffonde la sua luce in tutta la campagna circostante (Marmilla, Trexenta, Campidano, ecc.). Il convento, grazie alla sua felice collocazione, è stato sempre luogo di richiamo per le anime desiderose di crescere nella vita spirituale. Per questo ha sempre accolto gruppi di fedeli per ritiri, esercizi spirituali, per singoli e per gruppi.

Questa bella e pluricentenaria storia del convento di Sanluri continua nel presente e ci si augura che continui anche nel futuro. Con la benedizione del Serafico Padre San Francesco.



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