Fra Egidio Pisano da Decimomannu
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Ricordo di un santo frate cuciniere
Fra Egidio Pisano da Decimomannu
Un fratello laico che per oltre settant'anni servì Dio e i fratelli – Il suo grande spirito di preghiera e il suo amore per i poveri – Fu esperto cuciniere e raccolse in volume la sua grande competenza nell'arte culinaria – La sua eredità? Una vita esemplare trascorsa tra i fornelli ma soprattutto impreziosita dalla preghiera e dalla carità.
Fra Egidio è stato uno dei primi frati da me incontrati nella prima infanzia, all'inizio degli anni Cinquanta, a Cagliari: un giorno qualcuno dei frati del convento mi condusse in cucina e qui incontrai fra Egidio, sorridente, che con tenerezza mi fece una carezza e mi offrì un dolce. Non l'avevo mai visto prima e nulla sapevo di lui, ma la sua figura minuta e gentile rimase impressa nella mia memoria infantile. In seguito non lo vidi più, se non dopo tanti anni. Di lui i confratelli dicevano un gran bene non solo per le sue virtù ma anche per le sue competenze in fatto di cucina e di pasticceria.
Il Necrologio ci fornisce alcuni dati biografici: Fra Egidio era nato a Decimomannu (CA) il 24 giugno del 1913 e nel 1931 entrò tra i Cappuccini, a Cagliari. Non abbiamo notizie della sua vita precedente all'ingresso nell'Ordine, ma sappiamo che era rimasto orfano di madre fin dalla fanciullezza e che lavorò per qualche tempo prima di bussare alla porta del convento. Accolto tra i frati senza nessuna particolare difficoltà, indossò l'abito cappuccino nel 1931 a Fiuggi, dove fece anche il noviziato, concluso poi con la prima professione nel 1932, alla quale seguì nel 1937 quella solenne, sempre a Fiuggi. Gli anni successivi li passò in vari conventi della Provincia Romana prima e poi nei conventi dell'Isola, quando la Sardegna ottenne l'autonomia diventando Commissariato nel dicembre del 1946. A Cagliari rimase per circa 10 anni con l'ufficio di cuciniere, ufficio che svolse sempre con competenza e gentilezza, senza mai trascurare la preghiera sia comunitaria che personale.
A motivo delle sue capacità e competenze, il Ministro Generale P. Benigno da Sant'Ilario Milanese (che forse l'aveva conosciuto personalmente in occasione della sua visita in Sardegna nel 1954) lo chiamò a Roma, destinandolo prima al Collegio Internazionale S. Lorenzo da Brindisi (allora situato in Via Sicilia) e poi nella Curia Generale dell'Ordine. E a Roma rimase fino al 1978, rivelandosi cuciniere meraviglioso e di grande carità. Durante il suo soggiorno romano, ebbe una particolare stima e affettuosa accoglienza verso i confratelli sardi, che di tanto in tanto passavano a fargli visita.
Rientrato in Provincia, gli fu assegnato l'ufficio di portinaio a Cagliari, che svolse fino al 1992, servendo i poveri che accorrevano numerosi al convento. Trascorreva la giornata tra il lavoro in portineria e la preghiera in chiesa. Dal 1992 fino alla fine visse in preghiera e silenzio nella nostra Infermeria Provinciale.
Durante il suo soggiorno in Curia Generale, Fra Egidio raccolse in volume oltre un migliaio di ricette per la cucina, dove riversò tutta la sua scienza culinaria. Il volume rimase a lungo accantonato nell'archivio provinciale. Fra Egidio, finché visse, accarezzò spesso l'idea che il volume potesse essere stampato. Ma nessuno ci provò. Qualche anno dopo la sua scomparsa, venne a me l'idea e l'audacia di provarci. Il volume era dattiloscritto e quindi bisognava trascriverlo di nuovo al computer per mandarlo in stampa. Sarebbe stato un lavoro immane! Mi dissi: Perché non provare a scannerizzare alcune pagine? Il tentativo riuscì e allora pazientemente passai le oltre seicento pagine, una dopo l'altra, allo scanner. Nel giro di qualche mese il lavoro di scansione era finito. Dopo feci il resto. Ne venne fuori un bel volume, ancora oggi molto apprezzato.
Attorno alla figura di Fra Egidio sbocciarono numerosi fioretti. Il compianto P. Salvatore Murgia ne ha raccolto alcuni nel suo libro inedito "Visti da vicino". Si legge, per esempio, che Fra Egidio, dopo aver terminato il lavoro in cucina, si rifugiava in chiesa, "dove trovava sempre l'angolo più nascosto per stare in intimità col Signore e nascondersi alla vista dei frati curiosi." E quando non lo si trovava, "bisognava cercarlo in chiesa!" Aggiunge che aveva un amore particolare per la Madonna, la mamma del Cielo, lui che non aveva conosciuto la sua mamma sulla terra." Quando gli si diceva che l'avrebbe vista in paradiso, replicava dicendo: "Non è la stessa cosa, là sarà diversa da ciò che era qui in terra. Io vorrei vederla come era qui, quando mi ha dato alla luce."
Fra Egidio possedeva, tra le altre qualità, una buona dose di umorismo. Quando qualche confratello giovane gli chiedeva di pregare per lui, egli rispondeva: "E perché, non ce l'hai anche tu la boccuccia per pregare il buon Dio?" E a chi protestava perché dava tutto ai poveri, rispondeva: "Non mi pare, fratello mio: non mi sembra che tu sia ridotto così male, anzi ti vedo ben messo in carne ed ossa!"
Quando il 20 settembre del 2005 Sorella morte lo prese con sé, Fra Egidio non lasciò nulla in eredità, quasi – si direbbe – neppure il suo corpo, ridotto com'era a pelle e ossa. Ma lasciò l'eredità del suo esempio e del suo servizio ai confratelli.
P. Tarcisio Marco Mascia
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