La scomparsa di Silvano Uras

 La scomparsa di Silvano Uras

Collaboratore di Voce Serafica della Sardegna




di P. Tarcisio Mascia



Il 10 luglio scorso ci ha lasciato Silvano Uras, un caro amico e, in passato, collaboratore di Voce Serafica. Era nato a Torino ma residente a Sestu (Cagliari). Ci ha lasciato quasi all'improvviso, dopo appena una settimana dal suo ricovero in Ospedale. La sua vita è stata sempre sostenuta da una grande fede e da una grande passione per il suo lavoro di astronomo. Infatti era laureato in matematica ed è stato ricercatore al CNR e poi distaccato al dipartimento di astrofisica a Cagliari. Incarico che gli permise di scrutare la volta celeste e di seguire il corso degli astri. Il Cielo divenne, in qualche modo, la sua Casa.

Lo conobbi molti anni fa, negli anni '90, quando iscrisse suo figlio alla nostra scuola media "Sant'Ignazio da Laconi" a Cagliari. Fu allora che nacque un'amicizia all'ombra del convento. E qui, data la sua disponibilità e competenza, fu coinvolto nella redazione della nostra rivista Voce Serafica della Sardegna, di cui io ero il direttore. Ricordo che era abitualmente presente, assieme alla sua Signora Pierpaola Farris, alle nostre riunioni mensili in redazione. La sua presenza attiva indicava quanto fosse entusiasta di quel lavoro. Non mancava di fare le sue osservazioni sagge, le sue proposte originali, di fornire i suoi contributi culturali. Per questo non si fece pregare per realizzare, assieme a sua moglie, un serie di articoli sui movimenti religiosi di quel periodo.

Nel 1997 pubblicò quattro articoli dedicati ai Cursillos, al Cammino Neocatecumenale, a Comunione e Liberazione, e all'Azione Cattolica. Nel 1998 ne scrisse altri tre, questa volta dedicati ancora all'Azione Cattolica, alla Gioventù Francescana e ai movimenti alla soglia del 2000. Nel 1999 ne scrisse uno solo, dedicato all'Opus Dei, mentre nel 2000 ne scrisse due dedicati entrambi alla Milizia dell'Immacolata. Infine nel 2001 ne scrisse due dedicati alla "Legione di Maria" (Legio Mariae). In quello stesso anno scrisse l'ultimo articolo, questa volta dedicato all'isola di "Carloforte e la sua devozione alla Madonna dello Schiavo".

Sua moglie Pierpaola sottolinea in Silvano la sua "sete di sapere" che non riguardava soltanto il mondo della scienza ma anche il "mondo della fede". Infatti la sua vita fu sempre illuminata dalla fede, che si traduceva anche nell'appartenenza concreta e fedele alla Chiesa. Aggiunge che egli era devotissimo della Beata Vergine Maria e dei nostri Santi francescani, Sant'Ignazio e il Beato Nicola da Gesturi. Silvano è stato anche un uomo di virtù: in particolare era una persona umile, che non serbava mai rancore. Non giudicava mai nessuno ed era sempre pronto al dialogo e all'incontro con gli altri in spirito di servizio.

Congedatosi dalla scena di questo mondo, noi non possiamo che ringraziarlo per la sua preziosa e qualificata collaborazione a questa Voce. Il Signore l'accolga tra le sue braccia misericordiose e i lettori di Voce elevino una preghiera di suffragio per lui.


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