Padre Raffaele Contini da Santa Giusta (1880-1958)

 Profili


Un cappuccino che illustrò la sua terra


Padre Raffaele Contini da Santa Giusta

(1880-1958)






di 


P. Tarcisio Marco Mascia


Il ricordo dell'Amministrazione Comunale di Santa Giusta – Le sue origini e gli anni della formazione – Le sue attività apostoliche – La sua produzione storiografica.



Qualche anno fa l'Amministrazione Comunale di Santa Giusta (OR), nel 50° della morte, ristampava l'opera che il Padre Raffaele Contini aveva pubblicato circa la storia dei Cappuccini in Sardegna: un omaggio all'illustre Concittadino «a ricordo della sua profonda cultura ed alta spiritualità, che tanto lustro ha riflesso sulla nostra comunità». Un riconoscimento un po' tardivo e tuttavia indicativo della stima di cui ancora detto Padre godeva presso i suoi concittadini.


Io lo ricordo ancora, dopo tanti anni, per averlo conosciuto da ragazzo (avevo allora poco più di dieci anni), quando, negli anni 1954-1955, veniva nella Cappella del nostro Seminario Serafico di Cagliari per rivolgerci la sua parola e accompagnarci nei primi passi del cammino vocazionale. Ricordo ancora la sua figura esile, una voce sottile e flebile, il suo viso scarno incorniciato da una lunga barba bianca. Parlava sommessamente e con lo stile di una persona saggia e colta, che voleva trasmetterci la bellezza di quella vocazione che da tanti anni impegnava la sua vita. L'ultima volta che lo vidi fu quando, appena un mese dopo la morte di Fra Nicola da Gesturi, a seguito di una lunga malattia, rese la sua anima al Creatore il 6 luglio 1958. Vidi il suo corpo diafano adagiato su quello stesso letto dove era stata adagiata la salma di Fra Nicola. Incominciai allora a interrogarmi sul senso del vivere e del morire.


Le sue origini. Gli anni della formazione.


P. Raffaele era nato nel 1880 a Santa Giusta, piccolo villaggio situato alla periferia di Oristano, reso illustre dalla presenza di una bella e antica basilica (sec. XII) dedicata alla Santa Martire omonima e costruita in stile romanico. Di tale bel monumento la gente del luogo ne andava, e ne va tuttora, fiera. Possiamo ritenere che anche il Nostro, che qui aveva avuto i natali, ne fosse orgoglioso e gli avesse trasmesso un grande amore per la storia dell'Isola, oggetto di tutte le sue ricerche.


All'inizio del nuovo secolo, nel 1900, P. Raffaele, al battesimo Giacomo Contini, entrava tra i Cappuccini per dedicare la sua vita al Signore. Senza allontanarsi troppo dal suo paese, fece il noviziato e intraprese gli studi preparatori al sacerdozio. Nel 1905 fu ordinato sacerdote a Oristano e, a motivo delle sue belle doti di mente e di cuore, fu mandato a Roma per perfezionare i suoi studi presso l'Università Gregoriana (1913-1916), dove conseguì la laurea in Sacra Teologia.


Gli anni della sua formazione caddero in un tempo non facile per il Paese e per i Cappuccini: erano gli anni delle prime lotte operaie e della nascita di nuovi fermenti sociali. Per i Cappuccini erano gli anni difficili del dopo-soppressione degli istituti religiosi. In Sardegna incominciava lentamente, dopo la chiusura dei conventi, il tempo della ripresa. Ad esempio, a Cagliari, nel 1904, i frati riuscivano a metter piede nuovamente là dove tutto aveva avuto inizio, sul colle del Buoncammino, sede del primo convento, per questo detto Convento Maggiore. Il faticoso cammino della ripresa fu sostenuto dalla presenza di religiosi provenienti dalla penisola: prima da Genova (1908-1920), quindi da Lucca (1920-1930) e infine da Roma (1930-1946).

Il nuovo secolo sarà segnato anche dallo scoppio di due conflitti mondiali, che inevitabilmente segnarono anche la vita di P. Raffaele. Nel primo conflitto dovette assolvere al servizio militare e nel secondo dovette prodigarsi nell'assistenza di tanta gente bisognosa.


Le sue attività apostoliche


Si legge nel Necrologio dei Cappuccini Sardi (2011), che P. Raffaele fu superiore in vari conventi e Assistente del Commissario Generale P. Federico da Baselga (1946). Fu Direttore, professore e guida spirituale nei nostri studentati. Lavorò senza sosta nel nostro Seminario Serafico già dai suoi inizi nel 1909 a Oristano. Dal 1937 al 1947 fu delegato provinciale per l'Ordine Francescano Secolare (allora detto TOF). Fu sempre maestro e direttore spirituale, specie nei monasteri della Sardegna. Inoltre fu zelante e apprezzata guida dell'Azione Cattolica sia in Sardegna che in Toscana.


La sua produzione storiografica


Circa la sua produzione storiografica, si legge nel Dizionario Storico Sardo (alla v. Contini, Giacomo Efisio, vol. 4) che «per circa trent'anni, fino al 1957, [P. Raffaele] frequentò gli archivi provinciali e conventuali alla ricerca di fonti che gli permettessero di inquadrare l'attività svolta dai suoi confratelli durante il primo secolo della loro residenza in Sardegna. La sua opera più significativa è «I Frati Minori Cappuccini in Sardegna, 1590-1946», [che in realtà si ferma al 1697]. Questo ci fa capire con quanta serietà P. Raffaele avesse condotto le sue ricerche e con quale competenza si destreggiasse tra le fonti. Ricordiamo di lui alcuni opuscoli: Missionari Sardi dei Minori Cappuccini (Cagliari 1931); Araldi del Gran Re (Cagliari 1935); L'albero serafico dei tre Ordini di S. Francesco (Parma 1937); Mores e il suo convento dei Cappuccini (Cagliari 1938).


Un discorso a parte merita la sua collaborazione alla rivista Voce serafica della Sardegna, fondata da P. Ignazio da Carrara nell'aprile 1921. Sfogliando le prime annate di Voce, il nome di P. Raffaele non appare se non come membro della fraternità di Cagliari e autore di qualche articolo. Nel 1928 fu chiesto al P. Raffaele di preparare degli articoli intorno alle Province Sarde da pubblicare sul Lexicon in occasione del Quarto Centenario della fondazione dell'Ordine. Il volume, pubblicato nel 1951, riporta il suo nome nella lista dei collaboratori.

Nel 1945, nel corso di un'assemblea provinciale, venne decisa la riorganizzazione di Voce Serafica: si dispose che da P. Raffaele venisse curata la parte relativa al Terz'Ordine.

Nel 1946, con la rinascita del Commissariato Generale e riacquistata l'autonomia, vennero formate le nuove fraternità. P. Raffaele fu nominato guardiano di Cagliari.

In occasione del suo decesso, nel luglio del 1958, il direttore di Voce Serafica, P. Giulio Baldus, così scrisse di lui: «Dire sacerdote è dire apostolo: e la vita sacerdotale del P. Raffaele fu veramente tutta un apostolato; apostolato del pulpito: predicava molto al clero che lo stimava per la dottrina e la pietà, predicava molto ai fedeli che volentieri ne ascoltavano la semplice e persuasiva parola: apostolato del confessionale esercitato su ogni categoria di persone: era apprezzatissimo direttore d'anime e a lui, desiderosi di un consiglio saggio e sicuro ricorrevano Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici…» (ib. Voce Serafica, settembre 1958, p.4)

Con la scomparsa di P. Raffaele, che seguiva di un mese quella del Beato Nicola da Gesturi, finiva anche una stagione importante della storia dei Cappuccini in Sardegna: P. Raffaele ne era stato protagonista stimato e narratore illustre e competente delle vicende che avevano preparato la rinascita della Provincia.  

P. Tarcisio Marco Mascia

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