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Fede, devozione e carità in Sardegna nei giorni della peste del 1652

Fede, devozione e carità in Sardegna nei giorni della peste del 1652 di P. Tarcisio Mascia La recente pandemia ha richiamato alla memoria dei Sardi i giorni della peste che imperversò nel Seicento, mietendo ovunque migliaia di vittime. Sembra che la peste in Sardegna sia arrivata inizialmente in Alghero agli ultimi di maggio del 1652. La colpa venne subito addossata al Governatore della città, perché aveva dato via libera a una nave proveniente dalla Catalogna, che aveva scaricato con le merci anche l’infezione.  La peste si diffuse quindi rapidamente da Alghero a tutta l’isola, da Nord a Sud, fino a raggiungere Cagliari, che a seguito di ciò dovette sospendere ogni attività commerciale col mondo esterno. Anche in questa circostanza l’epidemia ha avuto il suo narratore nella persona del cappuccino P. Giorgio Aleo (1620-1695). Dal racconto che ci ha lasciato, sappiamo che la città, colta all’improvviso, divenne un cimitero.  Tra le prime vittime ci fu l’arcivescovo di Cagliari ...

“Sa die de sa Sardigna” e dintorni

“Sa die de sa Sardigna” e dintorni di Padre Tarcisio Mascia Nei giorni scorsi i Sardi hanno celebrato “Sa die de sa Sardigna”: una festa, fissata al 28 aprile, per ricordare quando il popolo sardo insorse contro i piemontesi, dopo aver chiesto loro inutilmente di poter partecipare più attivamente alle decisioni riguardanti la nostra regione. Quella reazione si tradusse poi nella cacciata da Cagliari e dalla Sardegna dei 514 funzionari e dello stesso viceré Vincenzo Balbiano.  Tutto ciò avveniva il 28 aprile 1794, quando l’Isola era sotto il dominio di Vittorio Amedeo III, re del Piemonte e assertore dell’assolutismo regio. Ma i fermenti indipendentisti si erano manifestati già l’anno precedente, nel 1793, nei confronti dei Francesi, che avevano tentato di impadronirsi della Sardegna. Nel gennaio di quest’anno infatti una squadra navale si disponeva a bombardare Cagliari, quando fra le truppe da sbarco scoppiò un’insurrezione che la costrinse a togliere l’assedio alla città e a reim...

La visita in Sardegna di P. Melchiorre da Benisa

  Una pagina di cronaca dei Cappuccini Sardi La visita in Sardegna di P. Melchiorre da Benisa  Ministro Generale dei Cappuccini * di P. Tarcisio Marco Mascia Nel maggio del 1927 venne in Sardegna P. Melchiorre da Benisa, allora Ministro Generale dei Frati Cappuccini. Un avvenimento importante certamente, almeno per i Cappuccini dell’Isola: si trattava pur sempre del Superiore supremo dell’Ordine, al quale tutti i frati dovevano obbedienza. Prima di lui solo pochi Ministri avevano messo piede in Sardegna. Ricordiamo in ordine cronologico: l’austriaco P. Erhard von Radkersburg (1785), il francese P. Eugenio da Rumilly (1840), lo svizzero P. Bernardo d’Andermatt (1890). Ancora un francese, P. Venanzio da Lisle-en-Rigault (1915) e infine P. Giuseppe Antonio da S. Giovanni in Persiceto nel 1920 (ma questa fu solo una “fulminea apparizione”, che non ha lasciato traccia alcuna). Sette anni dopo giungeva invece il suo successore, lo spagnolo P. Melchiorre da Benisa, eletto a questa ca...

La visita al «Capo di Sopra» di P. Erhard da Radkersburg nei diari del suo Segretario

  Dai diari pubblicati nei Monumenta Historica   Ordinis Minorum Cappuccinorum La visita al «Capo di Sopra» di P. Erhard da Radkersburg   nei diari del suo Segretario Rembert von Amorbach Compilato in occasione della visita compiuta in Sardegna dal Ministro Generale dei Frati Cappuccini, Erhard da Radkersburg, nel 1785, il secondo diario contiene preziosi riferimenti a luoghi e persone incontrati dall'autore nella Sardegna di fine Settecento. Da questo abbiamo attinto il resoconto riguardante la visita alle due province della nostra Isola: nell’articolo precedente abbiamo pubblicato quello sulla visita alla Provincia Calaritana, in questo il resoconto sulla visita alla Provincia Turritana.   di P. Tarcisio Mascia La Sardegna, sin dal 1697, era divisa in due province o circoscrizioni: la provincia Calaritana e quella Turritana . La divisione era stata motivata, sin dall'origine, da ragioni di ordine geografico, oltre che storico: l’Isola era troppo vasta e montuosa, ...

La Sardegna di fine Settecento nei diari di Rembert von Amorbach

  La Sardegna di fine Settecento   nei diari di Rembert von Amorbach di P.Tarcisio Mascia La Sardegna come « terra da scoprire » ha affascinato in passato numerosi scrittori e intellettuali. Si pensi per tutti allo scrittore inglese David Herbert Lawrence (1885-1930), che visitò la Sardegna nel 1921: l’Isola è vista, secondo uno stereotipo diffuso, come una terra selvaggia, antica, indomabile e i sardi sono paragonati ad animali selvaggi. Prima che Lawrence mettesse piede nell’Isola, la Sardegna era stata visitata e fatta conoscere da altri illustri visitatori dell’Ottocento: ricordiamo Alberto La Marmora , che ne diffuse la conoscenza con la sua opera « Viaggio in Sardegna » (1826); Antoine Claude Valery , che viaggiò per tutta l’Isola (visitò anche il nostro convento di Sanluri) e ne scrisse in un suo libro pubblicato nel 1835; il tedesco Heinrich von Matzan , anche lui autore di un’opera sulla Sardegna, tradotto e diffuso in Europa, e molti altri. Tuttavia, in epoca moder...

La ricostruzione della Cattedrale di Cagliari

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  La ricostruzione della Cattedrale di Cagliari nel racconto del cappuccino P. Giorgio Aleo di Tarcisio Mascia Di P. Giorgio Aleo (1620-1695) sappiamo che era un frate cappuccino di Cagliari, dove appunto era nato; e che aveva mutato il suo nome di Lussorio in quello di Giorgio. Nel Necrologio dei Cappuccini si legge che fu lettore di teologia e predicatore molto ricercato, stimato e prescelto per molte mansioni anche da parte del governo.   Egli è autore di alcuni lavori di carattere storico, tra i quali ricordiamo una “ Storia Cronologica di Sardegna (1637-1672) ”, che l’Autore scrisse durante il suo esilio in Sicilia, a Castelvetrano (1672-1673). Quest’opera scritta in spagnolo, come del resto anche le altre opere dell’autore, è stata tradotta in italiano da P. Atanasio da Quartu nel 1907 (si trova ancora manoscritta nell’Archivio dei Cappuccini di Cagliari) e in edizione stampata da parte di Francesco Manconi (1998). In quest’opera Giorgio Aleo racconta, fra i tanti eventi...

Seraffin Esquirro “il ricercatore di San Saturnino”.

 Seraffin Esquirro “il ricercatore di San Saturnino”. I frati cappuccini nella Sardegna del Seicento di Padre Tarcisio Marco Mascia Negli ultimi giorni di ottobre, la città di Cagliari ha ricordato il suo santo patrono San Saturnino, in particolare i 400 anni del ritrovamento della sua tomba nel 1621. Fu in quell’anno, tra il 12 e il 14 ottobre, che il cappuccino P. Serafino Esquirro insieme ad alcuni suoi confratelli riportò alla luce i resti mortali del Santo. Chi era Seraffin Esquirro (o Schirru)? Marco Antonio Schirru (questo il suo nome da secolare) è stato un frate cappuccino proveniente da una famiglia di Cagliari, abitante in Castello, che deve la sua notorietà al fatto di essere stato testimone oculare, spesso autore materiale e soprattutto dettagliato cronista del ritrovamento dei “cuerpos santos” avvenuta a Cagliari e dintorni nel secondo decennio del secolo XVII. Il Necrologio dei Cappuccini Sardi fornisce alcuni dati biografici relativi a P. Seraffin Esquirro. Oltre al...